Perché andare dall’osteopata?
Perché andare dall’osteopata?
“Per problemi muscolari e delle articolazioni, come mal di schiena, mal di spalla, contratture” è la risposta più comune a questa domanda.
In molti conoscono gli effetti di un metodo che dà sollievo a dolori persistenti e che, spesso, risolve malesseri molto fastidiosi. Eppure, di una disciplina che è sulla bocca di tutti, il passaparola restituisce una visione parziale.
Chi direbbe che l’osteopatia aiuta quando si ha mal di stomaco e si soffre di gastrite? Chi ricorda, inoltre, che si tratta di tecniche a volte consigliate dai dentisti?
Ne abbiamo parlato con Elena Bruni, fisioterapista e osteopata, che ha un servizio dedicato presso lo studio medico Mapelli.
Perché andare dall’osteopata: quello che si dice
“L’osteopatia è in grado di dare soluzioni ad alcuni problemi che, se mal gestiti, accompagnano il paziente per lungo tempo”, osserva Elena Bruni, “ed è vero che aiuta in caso di lombalgie, cervicalgie, fastidi e dolori muscolari e articolari”.
Di fronte a situazioni che a volte si trascurano o si trattano con un farmaco antidolorifico, l’osteopatia ha il vantaggio di offrire un rimedio più duraturo.
Spiega Bruni: “Se l’episodio è recente e il paziente chiede un trattamento in tempo, le sedute leniscono il dolore e via via sono in grado di eliminarlo”.
Il vantaggio è sensibile, a patto che il paziente accolga i consigli dello specialista e presti un’attenzione globale e costante alla propria salute: per esempio affiancando un esercizio attivo, una corretta alimentazione, buone abitudini nelle posizioni adottate nella vita quotidiana, da seduti e in piedi.
Una questione di equilibrio
Le mani dell’osteopata aiutano anche quando il paziente soffre di un’ernia iatale o di altre patologie e disfunzioni viscerali, come le gastriti. Le sedute sono, in questi casi, complementari alla terapia del gastroenterologo e dei farmaci relativi. “Il sistema neurovegetativo è la chiave per comprendere perché andare dall’osteopata anche quando il problema non è muscolare o articolare”, osserva Bruni.
Per dirla con una metafora, in un paziente che ha mal di stomaco, magari per una gastrite che si presenta da settimane, è un po’ come se si fosse creato “un nodo”.
Spiega la specialista: “Il sistema nervoso vegetativo è progettato per rispondere a stati di stress ma, se queste condizioni si accumulano, può verificarsi un disequilibrio”.
Le tecniche manipolatorie dell’osteopata agiscono per allentare le tensioni, migliorano l’equilibrio neuro-vegetativo e leniscono, quindi, la sensazione di malessere.
Su consiglio del dentista
Il dolore all’articolazione temporomandibolare e il mal di testa da bruxismo si trattano con successo in osteopatia. “Spesso è proprio il dentista a consigliare i pazienti a rivolgersi a me”, ricorda Elena Bruni.
“Io posso agire, per esempio, quando la persona soffre di dolori, nei muscoli del viso e del collo, legati a masticazione inversa, disfunzioni temporomandibolari, click meniscali”.
Un caso particolare è il mal di testa da bruxismo: avviene al mattino, in pazienti che di notte subiscono un’involontaria contrazione dei muscoli della masticazione. Specifiche tecniche osteopatiche craniali e tecniche articolari e muscolari intraorali sono in grado di rilassare l’area sollecitata in modo eccessivo.
Presso lo studio medico Mapelli, anche il dottor Marco Pedrazzoli, chirurgo Maxillo-Facciale, può consigliare il trattamento, se ne ravvisa la necessità.
La prevenzione nei bambini
Perché portare dall’osteopata un bambino? La prevenzione è fra gli obiettivi della disciplina.
Predisporre le condizioni che evitino, il più possibile, l’insorgere di problemi è importante in tutte le fasce di età, ma conta soprattutto nei più piccoli quando individuare alcuni squilibri in misura precoce diventa determinante.
L’osteopatia è consigliata sin dai primi giorni di vita, cominciando dall’osservazione di eventuali difetti posturali, assunti dal piccolo in gravidanza, durante e dopo il parto. I trattamenti, ad esempio, sul neonato aiutano a prevenire torcicollo e piede torto.
Nel primo anno di vita, l’osteopatia interviene con buoni risultati anche quando il piccolo soffre di coliche o di reflusso.
Quando il bambino cresce, l’obiettivo è evitare la scoliosi e operare per una corretta masticazione.
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